martedì 17 giugno 2014

Confesercenti: Basta fare cassa spolpando le imprese e le famiglie

C’è un cortocircuito tra prelievo locale e centrale da rimuovere. In soli quattro anni dal 2009 al 2013 il prelievo locale è cresciuto di circa 20 miliardi. In aggiunta  l’imposizione centrale è salita di 14 miliardi. 








Ben 34 miliardi in più per le casse pubbliche, ben 34 miliardi in meno per redditi, investimenti e consumi. Nello stesso periodo, il Governo ha tagliato 30 miliardi di trasferimenti agli enti locali, che sicuramente si rifanno con nuovi prelevi nel territorio. C’è, di fatto, il rischio che con una mano si diano agevolazioni, come lo sconto del 10% della bolletta elettrica ed il dimezzamento dei contributi camerali, e con l’altra, quella del territorio, si riprenda tutto aumentando il prelievo fiscale. Alla fine, a fare la spending review sono stati, come al solito, cittadini e imprese che si sono visti sottrarre, in quattro anni, 64 miliardi di euro, equivalenti a circa il 7% dei consumi complessivi delle famiglie. Una scelta che ha pesato sulla nostra economia e che richiede un’adeguata riflessione.

Cosa proponiamo? Ci vuole un nuovo Patto fiscale: nei prossimi cinque anni vogliamo un impegno solenne da parte del Governo, ma anche da Regioni ed Enti Locali, che preveda la restituzione di 10 miliardi l’anno a cittadini ed imprese, finanziato da tagli coraggiosi della spesa pubblica. E nel frattempo, sia chiaro, basta con altri aumenti di imposizione fiscale nazionale e locale. “La potenza, sostiene Balzac, non consiste nel colpire forte e spesso, ma nel colpire giusto”. In questo modo si possono raggiungere alcuni obiettivi fondamentali: dare certezze e stabilità ai contribuenti tartassati e confusi ed in particolare alle imprese; favorire la programmazione degli investimenti e dell’occupazione; ridurre l’insopportabile pressione fiscale che penalizza investimenti e consumi; fermare la corsa al rialzo delle imposte locali; semplificare gli adempimenti.

La crisi "sta diminuendo di intensità ma si sta trasformando in stagnazione. Siamo ancora nella palude ma qualcosa sta cambiando". Lo sottolinea il presidente di Confesercenti, Venturi, nella sua relazione all'assemblea annuale. In economia,prosegue,"c'è qualche timido segnale positivo.

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