martedì 6 novembre 2012

Completamento Fondovalle del Sangro. Asse strategico di collegamento Est-Ovest

Lo smantellamento degli uffici pubblici, i tagli a sanità, scuola, trasporti e sociale, il mancato finanziamento di alcune opere o cantieri in Molise, la soppressione di sedi statali e la cancellazione di tanti posti di lavoro. Con questi tratti il Molise ha pagato le proprie colpe al cospetto del Governo Monti solo in base al numero risicato di abitanti. Chi è piccolo deve morire, e non serve un decreto, basta ignorare le istanze di un territorio per ottenere un simile risultato.





Non c’è un solo atto serio del Governo Monti che abbia potuto offrire ossigeno alla nostra economia o che abbia consentito di creare sviluppo e occupazione. L’Italia per il Ministro del Tesoro è costituita da 19 regioni e non più da 20. Sono i fatti che parlano ad un anno dall’insediamento del Governo. Il prezzo della crisi non può scaricarsi solo sugli ultimi, sui più deboli e sui più fragili.

La legge del più  forte vige nella giungla e non nelle società democratiche che al contrario si caratterizzano in base a principi di equità, solidarietà e coesione sociale.

Non c’è una vertenza di lavoro molisana che sia in discussione al Ministero dello Sviluppo. Non c’è alcun decreto sugli ammortizzatori sociali specifico al Ministero del Lavoro per agevolare la soluzione di crisi aziendali terribili come quella dell’edilizia, della filiera avicola, del settore bieticolo-saccarifero, del metalmeccanico e del tessile.

La vicenda della Fondovalle del Sangro è emblematica. Manca qualche chilometro al completamento di un’arteria che consentirebbe di unire l’area costiera abruzzese e molisana col Parco Nazionale d’Abruzzo e le direttrici per Napoli attraverso la Valle del Volturno.

Lo stanziamento necessario è di 160 milioni di euro, il cantiere si aprirebbe nell’area chietina, ma i benefici ricadrebbero su un’area vasta con effetti positivi sullo sviluppo delle zone interne e delle piccole comunità popolate da persone dignitose, coraggiose e sostanzialmente dimenticate dallo Stato.

Quanti pendolari verrebbero agevolati per raggiungere più facilmente i poli industriali di Val di Sangro? Quanti progetti turistici Vasto-Parco Nazionale d’Abruzzo si renderebbero più semplici e fruibili? Quanti scambi si potenzierebbero tra la Valle del Volturno e la costa col completamento della Fondovalle del Sangro?

Possibile che si intende negare ai nostri territori anche il diritto alla speranza?

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