giovedì 6 settembre 2012

Trivellazioni: Il Pd si mobilita per la difesa del territorio molisano

Il senatore Nicola La Torre ha già presentato una proposta di legge.









La Regione Molise dia un seguito concreto alla propria delibera di Giunta con la quale si è opposta alle trivellazioni, al largo delle coste molisane e pugliesi, per la ricerca di petrolio e di idrocarburi. Quasi due anni fa l’Esecutivo del presidente Iorio – lo si ricorda – si espresse in senso sfavorevole alla richiesta della Petroceltic Italia, adducendo come motivazione la mancanza di "informazioni e approfondimenti progettuali tali da poter escludere eventuali e irreparabili danni ad un ecosistema ad elevato impatto turistico come quello delle isole Tremiti".

La Giunta regionale in quella circostanza seguì le orme tracciate dal Consiglio Regionale che si era pronunciato, nel 2010, contro le trivellazioni in Adriatico. Decisione che fu condivisa anche dalla Provincia di Campobasso. Oggi, alla luce delle scelte che starebbe percorrendo il ministro dell’Ambiente, Clini, il rischio di trivellazioni torna altissimo e la Regione Molise non potrà che ribadire quanto già espresso negli anni passati contro le decisioni assunte allora dal Governo Berlusconi nella persona del ministro Prestigiacomo. L’intero mare Adriatico, particolarmente nel tratto prospiciente la costa abruzzese, molisana e pugliese, è sempre più oggetto degli interessi economici delle compagnie petrolifere di tutto il mondo.

Solo nell’area del medio-alto Adriatico operano circa 50 piattaforme (oltre a circa 940 pozzi per l’estrazione del gas). In quanto ad attività proprie, le piattaforme off-shore, nella fase esplorativa ed in quella estrattiva, sversano in mare un quantitativo di idrocarburi valutato nel 10% del totale dell’inquinamento marino da idrocarburi. Il Partito Democratico molisano, all’interno del quale opera il Dipartimento Ambiente, non mollerà l’attenzione su questo ed altri progetti tesi a minare in via definitiva la nostra risorsa migliore, quella che in questi anni è stata sempre oggetto di riflessioni e proclami, non riuscendo mai ad entrare nell’agenda politica del governo di centro-destra.

La vocazione turistica del Molise è da sempre oggetto di interesse: è dalle nostre peculiarità geografiche, artistiche, culturali e paesaggistiche che possiamo ripartire con programmi ed azioni concrete ed innovative. Pertanto, le 'progettualità' che rischiano di distruggere questa vocazione naturale non possono che trovare la nostra ferma opposizione. Riteniamo, quindi, prioritario che le Istituzioni si facciano portavoce di questo dissenso che oggi, come qualche anno fa, dovrà vedere la massima coesione istituzionale.
 
La politica deve farsi portavoce delle istanze della comunità, che, purtroppo, ha già visto negli anni svenduto il proprio territorio, piegandosi – nell’assenza di una normativa chiara e coraggiosa – alla forza delle multinazionali dell’energia.

Manca ancora oggi una normativa adeguata ai tempi, che stabilisca con chiarezza i metodi e le modalità di interventi simili e che ruoti attorno alla capacità decisionale che la Regione Molise deve assumere per evitare di finire nel tritacarne delle deliberazioni governative, come in questo caso. Mobiliteremo i vertici nazionali del PD affinchè intervengano sul governo onde scongiurare l’ennesimo scippo al nostro territorio.

In tale direzione è già tangibile l’impegno parlamentare del Partito democratico con la proposta di legge contro le trivellazioni del Sen. Nicola La Torre. Turismo e energia possono convivere, a patto che siano stabiliti, in maniera condivisa e attraverso un confronto allargato e democratico, i paletti inderogabili che tracciano il limite tra la devastazione e la crescita del territorio.

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