Dopo l’ennesimo annuncio di un’imminente apertura è calato il solito silenzio che ci guiderà fino alla prossima tornata elettorale, dopo di che si ripartirà con la solita indignazione della cittadinanza, il finto scatto di orgoglio del politico di turno che si prodiga per stanziare gli ennesimi fondi e così via senza fine.
Questa è l’amara storia della Fondovalle del Rivolo, palleggiata per quarant’anni da diversi soggetti politici e da imprese che non intendono assolutamente aprirla al traffico. Questo ormai si è capito, poiché la gallina dalle uova d’oro serve chiusa, a garantire lo stanziamento di fondi per l’uno o per l’altro intervento senza concludere mai l’opera.
Provvidenziale per questo sistema è stata la piccola frana che il Signore gli ha mandato due anni fa, così da giustificare interventi faraonici che gli stessi tecnici regionali avevano in realtà collocato in un semplice scivolamento di terra superficiale.
Così, al posto di sgombrare la terra scivolata, si è avuta la brillante idea di costruirci sopra una bretella dal costo di circa 150.000 euro, per far fronte all’urgenza di un’imminente apertura dell’arteria, riservandosi di intervenire successivamente con interventi adeguati.
Il problema però è quello di capire di quale urgenza si sta parlando, dato che di aprire la strada non se ne parla e non se ne parlerà per mesi, se non per anni!!
Allora, se la strada non si doveva aprire, perché non si è operata la soluzione definita al problema, ma una provvisoria? Quale è la logica di queste scelte progettuali?
Poi c’è il problema dell’ultimo chilometro, terra di nessuno, in cui per quarant’anni non sono stati previsti neanche gli svincoli che ad oggi rimangono degli optional e che dovranno essere prima pensati e poi forse tra vent’anni realizzati.
La realtà è più amara di quello che sembra, in considerazione di alcuni aspetti che i nostri Amministratori Regionali e Provinciali sottovalutano, a danno dell’intera comunità molisana.
E’ sottovalutata l’estrema importanza dell’arteria per l’intera regione, soprattutto nel periodo invernale come collegamento sicuro al capoluogo; è sottovalutata la rilevanza dell’avvicinamento al capoluogo delle comunità medio-molisane, già sacrificate dal riordino dei trasporti pubblici; è sottovalutato il sentimento di sdegno, di impotenza e di sfiducia che imperversa tra la popolazione, incredula di questi incredibili e assurdi ritardi, da ultimo quello causato dalla Provincia di Campobasso, che si prende tutto il suo tempo per capire le carte prodotte dal precedente Commissario.
Cosa si potrà mai capire in questa storia incredibile durata quarant’anni? Il buon senso dovrebbe spingere prima a concludere l’opera e poi a sistemare, per quanto possano essere sistemabili, le carte.
Ma ancora più grave è lo stato di abbandono cui è oggetto la strada, divorata dalle erbacce lungo i margini, utilizzata da alcuni spregiudicati contadini come strada interpoderale per raggiungere i fondi agricoli, con inevitabile danno al manto stradale già divelto in alcuni punti.
Così, quando si deciderà di aprirla al traffico sarà troppo tardi, poiché dovrà essere ristrutturata in tutto il suo percorso, con ulteriore sperpero di risorse pubbliche.
Unica nota positiva in questo quadro desolante è la presenza in costante aumento di ciclisti e di atleti che usano la strada per fare attività fisica, godendo dei paesaggi che essa attraversa in un amaro silenzio.
Dateci la Fondovalle Rivolo, anche declassata a strada interpoderale !
Provvidenziale per questo sistema è stata la piccola frana che il Signore gli ha mandato due anni fa, così da giustificare interventi faraonici che gli stessi tecnici regionali avevano in realtà collocato in un semplice scivolamento di terra superficiale.
Così, al posto di sgombrare la terra scivolata, si è avuta la brillante idea di costruirci sopra una bretella dal costo di circa 150.000 euro, per far fronte all’urgenza di un’imminente apertura dell’arteria, riservandosi di intervenire successivamente con interventi adeguati.
Il problema però è quello di capire di quale urgenza si sta parlando, dato che di aprire la strada non se ne parla e non se ne parlerà per mesi, se non per anni!!
Allora, se la strada non si doveva aprire, perché non si è operata la soluzione definita al problema, ma una provvisoria? Quale è la logica di queste scelte progettuali?
Poi c’è il problema dell’ultimo chilometro, terra di nessuno, in cui per quarant’anni non sono stati previsti neanche gli svincoli che ad oggi rimangono degli optional e che dovranno essere prima pensati e poi forse tra vent’anni realizzati.
La realtà è più amara di quello che sembra, in considerazione di alcuni aspetti che i nostri Amministratori Regionali e Provinciali sottovalutano, a danno dell’intera comunità molisana.
E’ sottovalutata l’estrema importanza dell’arteria per l’intera regione, soprattutto nel periodo invernale come collegamento sicuro al capoluogo; è sottovalutata la rilevanza dell’avvicinamento al capoluogo delle comunità medio-molisane, già sacrificate dal riordino dei trasporti pubblici; è sottovalutato il sentimento di sdegno, di impotenza e di sfiducia che imperversa tra la popolazione, incredula di questi incredibili e assurdi ritardi, da ultimo quello causato dalla Provincia di Campobasso, che si prende tutto il suo tempo per capire le carte prodotte dal precedente Commissario.
Cosa si potrà mai capire in questa storia incredibile durata quarant’anni? Il buon senso dovrebbe spingere prima a concludere l’opera e poi a sistemare, per quanto possano essere sistemabili, le carte.
Ma ancora più grave è lo stato di abbandono cui è oggetto la strada, divorata dalle erbacce lungo i margini, utilizzata da alcuni spregiudicati contadini come strada interpoderale per raggiungere i fondi agricoli, con inevitabile danno al manto stradale già divelto in alcuni punti.
Così, quando si deciderà di aprirla al traffico sarà troppo tardi, poiché dovrà essere ristrutturata in tutto il suo percorso, con ulteriore sperpero di risorse pubbliche.
Unica nota positiva in questo quadro desolante è la presenza in costante aumento di ciclisti e di atleti che usano la strada per fare attività fisica, godendo dei paesaggi che essa attraversa in un amaro silenzio.
Dateci la Fondovalle Rivolo, anche declassata a strada interpoderale !
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