Egregi Signori del Bene Comune,
puntare il dito contro la categoria dei commercianti è diventato, soprattutto negli ultimi anni, uno sport nazionale. Tante le accuse e gli epiteti, che vanno dai "furbetti dello scontrino" agli "speculatori dell'euro". Per una specifica parte dell'opinione pubblica, per fortuna quasi sempre minoritaria e quasi sempre ideologizzata, intrappolata in arcaici stereotipi e non immune da vecchi e superati pregiudizi, siamo quasi diavoli malefici catapultati sulla terra per accumulare ricchezze a scapito dei più deboli. Dimenticando il fatto che questa categoria, da decenni, "muove" l'economia del Paese e garantisce la sopravvivenza dello stato sociale e il benessere a milioni di famiglie.
Che questa categoria, soprattutto negli ultimi tempi, è stata la più bersagliata dalle istituzioni e dai governo: burocrazia asfissiante, tasse da record mondiale, concorrenza sleale e chi più ne ha più ne metta. Ma non è nel suo costume fare la vittima e piangersi addosso. I commercianti hanno da sempre il senso pragmatico delle cose e alle polemiche prediligono rimboccarsi le maniche, prediligono il lavoro. Anche e purtroppo in condizioni divenute oramai impossibili.
Ma l'ultima accusa sorprende davvero. Ci mancava: siamo persino responsabili del mancato decoro del centro cittadino? Beh, forse adesso si esagera. Noi, come premesso, siamo gente pratica, sempre pronta ad ascoltare e a collaborare con gli altri per migliorare la nostra comunità. Ma crediamo francamente di pagare già abbastanza balzelli (tra i più alti e ingiustificati d'Italia) per sperare e pretendere che sia l'amministrazione a provvedere a certe attività. Noi, presi da problemi di certo non meno gravi, vorremmo se è possibile occuparci di altro.
Delle nostre attività che, decoro o no, rischiano seriamente di sparire. E questo sì che sarebbe il definitivo disastro per l'intera città. Pure il senso pratico, egregi Signori del Bene Comune, ha un suo limite. Buoni sì, fessi no. Disponibili come sempre a un confronto costruttivo e sereno con tutti, non ad assistere inerti all'ennesima, assurda e ingiustificata caccia alle streghe.
puntare il dito contro la categoria dei commercianti è diventato, soprattutto negli ultimi anni, uno sport nazionale. Tante le accuse e gli epiteti, che vanno dai "furbetti dello scontrino" agli "speculatori dell'euro". Per una specifica parte dell'opinione pubblica, per fortuna quasi sempre minoritaria e quasi sempre ideologizzata, intrappolata in arcaici stereotipi e non immune da vecchi e superati pregiudizi, siamo quasi diavoli malefici catapultati sulla terra per accumulare ricchezze a scapito dei più deboli. Dimenticando il fatto che questa categoria, da decenni, "muove" l'economia del Paese e garantisce la sopravvivenza dello stato sociale e il benessere a milioni di famiglie.
Che questa categoria, soprattutto negli ultimi tempi, è stata la più bersagliata dalle istituzioni e dai governo: burocrazia asfissiante, tasse da record mondiale, concorrenza sleale e chi più ne ha più ne metta. Ma non è nel suo costume fare la vittima e piangersi addosso. I commercianti hanno da sempre il senso pragmatico delle cose e alle polemiche prediligono rimboccarsi le maniche, prediligono il lavoro. Anche e purtroppo in condizioni divenute oramai impossibili.
Ma l'ultima accusa sorprende davvero. Ci mancava: siamo persino responsabili del mancato decoro del centro cittadino? Beh, forse adesso si esagera. Noi, come premesso, siamo gente pratica, sempre pronta ad ascoltare e a collaborare con gli altri per migliorare la nostra comunità. Ma crediamo francamente di pagare già abbastanza balzelli (tra i più alti e ingiustificati d'Italia) per sperare e pretendere che sia l'amministrazione a provvedere a certe attività. Noi, presi da problemi di certo non meno gravi, vorremmo se è possibile occuparci di altro.
Delle nostre attività che, decoro o no, rischiano seriamente di sparire. E questo sì che sarebbe il definitivo disastro per l'intera città. Pure il senso pratico, egregi Signori del Bene Comune, ha un suo limite. Buoni sì, fessi no. Disponibili come sempre a un confronto costruttivo e sereno con tutti, non ad assistere inerti all'ennesima, assurda e ingiustificata caccia alle streghe.
Portavoce Confcommercio Campobasso
Tiziano Pizza
Tiziano Pizza
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