Gli schieramenti ritirino i ricorsi elettorali e pattuiscano il ritorno al voto il prima possibile.
L’approvazione del Decreto Legge sulla revisione della spesa pubblica mette a serio repentaglio il futuro del Molise e rende necessario un coordinamento istituzionale regionale che unisca le forze sindacali, imprenditoriali e le comunità locali, in difesa dei diritti universali di cittadinanza, della sanità, della scuola, dell’assistenza sociale e del trasporto pubblico.
La grave crisi economica ha assestato un duro colpo al nostro sistema produttivo ed i tagli dei trasferimenti nazionali determineranno un ulteriore aumento della disoccupazione con l’aggravante che la riforma del mercato del lavoro recentemente approvata in Parlamento riduce la copertura degli ammortizzatori sociali ed i tempi di tutela del reddito.
In un contesto simile, i comuni di Venafro ed Isernia, sono commissariati, a Bojano il bilancio è passato per un voto, a Campobasso e Termoli non c’è pace tra gli ulivi, la Provincia di Isernia è in via di superamento, la delegazione parlamentare è divisa e la Regione Molise è semi-paralizzata.
In pratica manca la classe dirigente che dovrebbe occuparsi della crisi economica, del dramma del lavoro e della difesa degli interessi del territorio nei confronti del Governo Nazionale.
Gli strumenti per reagire sono pochi con una spread risalito a 478 punti sui Bund tedeschi ed il rischio che gli interessi più alti da pagare agli intermediari finanziari internazionali per piazzare il debito pubblico in scadenza rendano rapidamente inutili i tagli apportati sulla carne viva delle classi meno abbienti.
Tra i rari margini a disposizione della classe politica regionale c’è la possibilità di evitare il perpetuarsi dello stato di incertezza istituzionale per i prossimi mesi, concordando l’opportunità di tornare alle urne il prima possibile. In tal modo, il Molise, già a Ottobre potrebbe eleggere il nuovo Presidente della Giunta ed il nuovo Consiglio Regionale, restituendo un punto fermo ai cittadini e al territorio.
E’ sbagliato, lasciar avvitare il confronto politico dei prossimi mesi sulle mancate costituzioni in giudizio, sulle omesse presentazioni di ricorsi incidentali, sugli errori di notifica, sui tempi di attesa per il pronunciamento di merito del Consiglio di Stato e su altri vizi formali del contenzioso in essere. Ai cittadini serve sapere, qui e ora, chi difende la sanità molisana, chi lotta a Roma per tutelare i nostri diritti, chi sostiene gli operatori postali, chi affianca i dipendenti del Catasto, chi si schiera con i sindacati del settore scuola, chi chiede certezze a Marchionne sullo stabilimento di Termoli e chi è in grado di rispondere alle paure degli operai del tessile, dell’agroalmentare, della chimica e dell’edilizia, della San Stefar e dell’ATM.
La grave crisi economica ha assestato un duro colpo al nostro sistema produttivo ed i tagli dei trasferimenti nazionali determineranno un ulteriore aumento della disoccupazione con l’aggravante che la riforma del mercato del lavoro recentemente approvata in Parlamento riduce la copertura degli ammortizzatori sociali ed i tempi di tutela del reddito.
In un contesto simile, i comuni di Venafro ed Isernia, sono commissariati, a Bojano il bilancio è passato per un voto, a Campobasso e Termoli non c’è pace tra gli ulivi, la Provincia di Isernia è in via di superamento, la delegazione parlamentare è divisa e la Regione Molise è semi-paralizzata.
In pratica manca la classe dirigente che dovrebbe occuparsi della crisi economica, del dramma del lavoro e della difesa degli interessi del territorio nei confronti del Governo Nazionale.
Gli strumenti per reagire sono pochi con una spread risalito a 478 punti sui Bund tedeschi ed il rischio che gli interessi più alti da pagare agli intermediari finanziari internazionali per piazzare il debito pubblico in scadenza rendano rapidamente inutili i tagli apportati sulla carne viva delle classi meno abbienti.
Tra i rari margini a disposizione della classe politica regionale c’è la possibilità di evitare il perpetuarsi dello stato di incertezza istituzionale per i prossimi mesi, concordando l’opportunità di tornare alle urne il prima possibile. In tal modo, il Molise, già a Ottobre potrebbe eleggere il nuovo Presidente della Giunta ed il nuovo Consiglio Regionale, restituendo un punto fermo ai cittadini e al territorio.
E’ sbagliato, lasciar avvitare il confronto politico dei prossimi mesi sulle mancate costituzioni in giudizio, sulle omesse presentazioni di ricorsi incidentali, sugli errori di notifica, sui tempi di attesa per il pronunciamento di merito del Consiglio di Stato e su altri vizi formali del contenzioso in essere. Ai cittadini serve sapere, qui e ora, chi difende la sanità molisana, chi lotta a Roma per tutelare i nostri diritti, chi sostiene gli operatori postali, chi affianca i dipendenti del Catasto, chi si schiera con i sindacati del settore scuola, chi chiede certezze a Marchionne sullo stabilimento di Termoli e chi è in grado di rispondere alle paure degli operai del tessile, dell’agroalmentare, della chimica e dell’edilizia, della San Stefar e dell’ATM.
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