giovedì 3 maggio 2012

D’Achille: Subito investimenti per infrastrutture, ricerca e innovazione

Il Molise, in questa difficile fase di congiuntura economica, è doppiamente penalizzata dalla politica delle tassazioni del Governo Monti e dallo Iorismo che ha messo sulle spalle di contribuenti e imprenditori anni di mala amministrazione e clientelismo.












E’ difficile vedere una via di uscita ma è altrettanto doveroso che la politica torni a trainare, con senso etico, lo sviluppo di un territorio umiliato da un sistema di favoritismi senza freni. E’ ciò che faremo.

Dopo due anni Iorio rispolvera il fondo anticrisi e nuovi accordi con gli istituti bancari per dare una mano al mondo imprenditoriale per l’accesso al credito. Due anni dopo il flop della prima intesa mentre le aziende molisane hanno chiuso o stanno chiudendo. Mentre si attendono, dopo anni di promesse, ancora i fondi Par-Fas, la crisi, quindi, ha colpito principalmente le piccole e medie imprese nei vari comparti dell’artigianato, dell’edile, del commercio e dei servizi. Una miriade di imprese, volano del territorio e nuclei di eccellenze, alle prese con problemi di solvibilità e aumento dei prestiti che non vengono onorati, mancata solvibilità delle PA, razionamento dei crediti già accordati, aumento del carico fiscale e delle accise, un costo del lavoro elevatissimo che sicuramente non apre ad investimenti di imprenditori di altre regioni o esteri.

Il ministro Profumo, a Campobasso, per parlare di Smart Cities, ha sottolineato di perseguire la strada della ricerca e dell’innovazione ed ha auspicato di utilizzare al meglio le risorse disponibili in tale settore perché potrà dare respiro alle economie locali in affanno. Sì, ma quali risorse? Qui è tutto bloccato, con l’innescamento di una bomba che sta portando il Molise alla deriva. Niente fondi, niente investimenti. Niente investimenti, niente lavoro. Niente lavoro, niente occupazione. Niente occupazione, niente crescita. E così avanti sino alla deriva. A ciò, come si diceva, ci si è messa anche la politica del rigore con l’aumento della tassazione, dal’Iva all’Irpef, dalle accise all’Imu che comporterà, come afferma l’Adoc, la diminuzione dell’8% del reddito medio procapite; la prima conseguenza sarà la riduzione, intorno al 9%, dei consumi generali delle famiglie che causerà un calo delle vendite molto elevato, in media del 15%. Ciò provocherà il ridimensionamento o la chiusura del 25-30% dei negozi e del 15-20% delle imprese industriali e agricole, l’aumento dei prezzi dei beni e servizi per fronteggiare le minori entrate e, non ultimo, un taglio dei posti di lavoro anche fino al 20%. Una situazione, come si può intuire, che porterà ancor più a chiusure, fallimenti e disoccupazione.

Noi dell’IdV abbiamo sempre sostenuto che bisogna puntare sui Poli di eccellenza, i Distretti tecnologici e dell’Ict perché da un lato possono dare sbocco alle tante donne inoccupate ed inattive e ai tanti giovani altamente qualificati che non riescono ad essere assorbiti dal contesto produttivo e dall’altro possono incrementare la competitività dell’area elevando e stimolando la domanda di innovazione. Una nuova politica infrastrutturale e logistica, una politica industriale selettiva, sul settore energetico, sul turismo e su nuove forme di rapporti commerciali con l’area Med.

Il Comune di Isernia, in merito alle Smart Cities, dovrà recepire i programmi comunitari e nazionali avviando progetti specifici capaci di creare sviluppo economico ed urbano, in modo tale da diffondere efficienza e sostenibilità ambientale sul proprio territorio creando più lavoro per le imprese, dinamiche positive dei prezzi immobiliari e una più generale riqualificazione della città

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