giovedì 2 ottobre 2014

Molise Viabilità. Sulle nostre strade si muore di incidenti e di vecchiaia



E’ un bollettino di guerra quello registrato nelle ultime settimane per le morti sulle strade del Molise. Non vi è stata tregua, ogni giorno una vittima che ha lasciato vuoti incolmabili nelle vite di chi resta. E’ da chiedersi per quale motivo si muore sulle nostre strade e il perché sono così aumentati i casi di sinistri dagli esiti nefasti.  Non vogliamo comunque intralciare il lavoro degli elucubratori e degli esperti che vanno accingendosi alle considerazioni su questi casi.



Sulle strade molisane si muore oltre che di incidenti anche di vecchiaia.
Provate a percorrere da Venafro a Campobasso la statale e vedrete che ci darete ragione. Noi lo abbiamo fatto rispettando i limiti di velocità imposti dall’Anas: seguiteci. Venendo da Venafro in direzione Isernia per poi procedere in direzione Campobasso, vi sono limiti di velocità tali da non poter sbagliare. Abbiamo provato a percorrere la via in questione rispettando esattamente ogni vincolo, ogni limite. Partenza ore 9:00 da Venafro. Limiti che variano da 40 a 70 km orari nel giro di pochi chilometri. Giungiamo a Isernia tangenziale nord in 29’ e 30”. Vi sono lunghissimi tratti che vanno per chilometri partendo da Pesche per giungere a Castel Petroso, dove vi è la doppia striscia continua che non lascia speranze: bisogna andare piano. Arriviamo in fondo al rettilineo di Indiprete – in discesa – con freno pigiato è impossibile anche in questo caso il sorpasso, se un’auto o un mezzo agricolo viaggia al di sotto dei 50 km. orari. Si giunge sulla pianura che conduce a Boiano, ed è qui che sforiamo i 90 km orari, per poi rallentare sui 70 in prossimità del distributore di benzina a Campochiaro, per poi lanciarci di nuovo sui 90 orari. Ed eccoci all’interruzione del bivio di Boiano – tempo di percorrenza rispettando i limiti imposti: 46 minuti -. Intanto entriamo nella città matesina percorrendo scorciatoie che ci conducono in una gimcana tra vie e viuzze in prossimità del passaggio a livello, per reimmetterci sulla nazionale. Sbarre chiuse in attesa del treno e un pit -stop di 14 minuti per far defluire il traffico per poi ripartire. Con tranquillità giungiamo alla rotonda che conduce in direzione Campobasso/Benevento: tempo di percorrenza parziale fin qui di 78 minuti. Ci avviamo in direzione Campobasso in salita sulla statale, passiamo, lasciandoci a destra l’hotel Le Cupolette, senza poter sorpassare e con un’andatura – sempre rispettando i limiti – tra i 60 e i 70 km orari.

Ecco le gallerie, i rallentamenti dei veicoli pesanti e giungiamo al primo ingresso del capoluogo che conduce a Porta Napoli, con il tempo anti record di 103 minuti esatti.
Precisando che ai 5 posti di blocco di carabinieri e polizia stradale - incontrati nel tragitto - non siamo stati fermati. Come non abbiamo incontrato postazioni mobili autovelox. Nel frattempo, la barba è cresciuta di un millimetro imbiancandosi. I nervi a fior di pelle, con lo stomaco alterato da succhi gastrici saliti su, nel tentativo di comprendere per quale motivo, si blocca una statale per un anno, quando per realizzare dei lavori sarebbero bastati due mesi. Ed ancora, il perché di segnali di limite di velocità bizzarri, le lunghe strisce bianche doppie e continue su rettilinei aperti alla visuale che proiettano l’automobilista in bilico, tra la trasgressione della velocità e l’asfissia della lentezza di un bradipo.  

In queste logoranti riflessioni è percepibile l’avversità al rispetto di regole assurde imposte da una segnaletica inappropriata, realizzata, non per mettere in sicurezza gli automobilisti, ma per escludere da responsabilità penali e civili chi ha l’onere della gestione della viabilità. In questo contesto forse, sono riconducibili le morti che troppo frequentemente si stanno registrando sulle nostre vie. Il nervoso che pervade gli automobilisti alla guida, generato dalla fretta di giungere in un luogo in orario. Tutti bloccati sui volanti da strade inappropriate e segnali limitanti la velocità, conducono all’osare, a compiere manovre azzardate e letali. Non dimentichiamo l’idea dell’autostrada inopportuna, che ancora campeggia nella mente di qualche politico: rendete percorribili, veloci e sicure le strade esistenti, ne guadagneremo di salute – certamente - e forse, anche questa landa desolata che porta il nome di Molise, potrà trovare qualcuno disponibile a passarci 3 giorni di ferie.

P.T.


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