giovedì 21 agosto 2014

Venafro. Caso presunto Stalking da parte di un esponente della maggioranza consiliare. Gli avvocati di due soggetti ignoti chiedono la rettifica all’articolo da noi pubblicato: cosa si cela in questa vicenda?



La vicenda riportata in esclusiva ieri, sulla presunta denuncia per STALKING da parte di una donna, moglie di un bravo artigiano di Venafro ad un esponente politico della maggioranza consiliare, si amplifica e si tinge di giallo. Cosa è accaduto dalle ore 15:00 di ieri, orario di pubblicazione dell’articolo giunto in redazione da fonti più che attendibili?



Questa la cronologia degli eventi, a cui i lettori possono far riferimento per capire come stanno le cose. Giunge una telefonata al mio cellulare, (a distanza di circa due ore dalla pubblicazione su Futuro Molise della notizia), da parte dell’avv. Carmela Mancone, prima con voce, quasi minacciosa per richiedere una smentita - una richiesta di rettifica alla notizia da noi pubblicata sul “ribadisco”presunto caso di stalking.
Non avendo pubblicato né iniziali, ne quantomeno le generalità del presunto uomo politico venafrano, ma solo l’evento in quanto tale, chiedo all’avvocato: a che titolo mi sta chiamando per una rettifica?

A questo punto l’atteggiamento cambia e amichevolmente mi spiega che non vi è stata denuncia alcuna per stalking presso i Carabinieri di Venafro, ma il suo assistito e quello della sua collega, avrebbero avuto il piacere di smentire la notizia e di vederla pubblicata dal nostro giornale. Senza esitare, offro la mia totale disponibilità alla replica, fornendo il mio indirizzo e-mail, al quale mi sarebbe successivamente arrivata la smentita.

Anche se, mi appariva una richiesta anomala in quanto, era legittimo richiedere una replica, se avessimo citato qualcuno, indicato un colpevole, posto in cattiva luce un cittadino, ma questo non è stato assolutamente fatto, e lungi da non rispettare le regole imposte dal legislatore e dall’Ordine dei Giornalisti. Infatti giunge in redazione via E – Mail una sorta di “Excusatio non petita, accusatio manifesta”, si tratta di una locuzione latina di origine medievale. La sua traduzione letterale è “Scusa non richiesta, accusa manifesta”, forma proverbiale in italiano insieme all’equivalente “Chi si scusa, si accusa”.

Il significato di questa locuzione è: se non hai niente di cui giustificarti, non scusarti. Affannarsi a giustificare il proprio operato senza che sia richiesto può infatti venir recepito come un atteggiamento sospetto, un indizio del fatto che si abbia qualcosa da nascondere.

E questa di seguito riportata è la strana missiva:
<<I sottoscritti avv.ti Marina Perna e Carmela Mancone, in nome e per conto dei propri assistiti (?) e nelle specificate qualità di difensori, in relazione alla notizia pubblicata in data 20.08.2014 sul giornale telematico “Futuro Molise” riportante la notizia “Denunciato per stalking un noto esponente della maggioranza consiliare del Comune di Venafro”, nello smentire la detta notizia in merito a tutti i fatti ivi riportati, ovverosia presentazione di denuncia-querela per il reato indicato, chiedono che venga immediatamente smentito quanto riportato così come previsto dal diritto di rettifica.

Si specifica che, allo stato, nessun atto di denuncia-querela è stato presentato né presso la Caserma dei CC di Venafro, né presso qualsiasi altro organo competente inerente la vicenda narrata nell’articolo de quo, sia in relazione al reato di stalking quanto in relazione a qualsiasi altro reato.I sottoscritti avvocati, si stupiscono come un giornale così noto possa aver pubblicato una notizia priva di qualsiasi fondamento.Pertanto, si chiede l’immediata smentita e la consequenziale rettifica con eventuale pubblicazione anche su giornali cartacei.
avv.ti Marina Perna e Carmela Mancone>>.

Anche un profano leggerebbe in maniera alquanto anomala questa richiesta e si chiederebbe:
Chi difendono le due avvocatesse?
Se non si è trattato di stalking di cosa si è trattato di molestie?
E’ palese che gli avvocati difendono due soggetti che sono venuti in contrasto per qualche motivo e magari si sono accordati bonariamente per evitare cosa: il peggio?
Per quale motivo ci tengono così tanto a richiedere una rettifica dell’articolo, a chi ha dato fastidio?
Siamo sicuri, che il caso di cui abbiamo riportato la notizia è lo stesso in cui si sono riconosciuti, stranamente e ambiguamente i clienti dei due avvocati?
Se è lo stesso allora è tutto vero, come il coinvolgimento di un esponente politico in una squallida storia?
Cosa si è ottenuto, nei confronti dell’opinione pubblica con questa richiesta degli avvocati.
Semplicemente, che se vi erano dei dubbi sulla veridicità della faccenda, oggi quei dubbi diventano certezze e attendono risposte.
                                                                                                                      Il Direttore di Futuro Molise
                                                                                                                                     Pietro Tonti


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