mercoledì 23 luglio 2014

I Molisani andranno in Paradiso: gli ultimi saranno i primi.




Ci siamo, abbiamo superato tutti i record di negatività. Non potevamo fare meglio, qualora ci fosse una coppa ai primati negativi per le regioni, l’avrebbe in pugno senza colpo ferire la nostra regione: il Molise. Ed ecco, che in questa ipotetica corsa al premio che nessuno vorrebbe, ma che stringiamo forte tra le nostre mani, quale vanto estremo del peggio del peggio che non si può; in quel pensiero estremo nelle menti dei maniaci che pur di far parlare di se, commettono reati efferati, osservando compiaciuti la reazione dell’opinione pubblica.



In tutto ciò ci siamo noi molisani, circa 300.000 persone nei panni di spendaccioni giocatori d’azzardo; obesi mangiatori estremi; beoni e assassini; disoccupati, isolati dal mondo internet; senza credito bancario e con un debito sanitario assurdo sul numero di abitanti. Con la benzina più cara d’Italia, nemmeno si può scappare: isolati da tutto e da tutti. Riordiniamo le idee e riavvolgiamo il nastro in un “flash back” necessario. Senza lavoro, senza soldi, senza futuro come può una popolazione reagire se non nelle devianze?

E quindi: in ordine di apparizione delle negatività e dei primati, possiamo osservare che quasi 90.000 persone, un terzo della nostra popolazione residente è disoccupata: un record mai registrato in questa piccola terra che progressivamente, con una serie di sfaceli amministrativi e contabili possiamo paragonarla ad un bar malfamato dei peggiori locali di Caracas, dove si beve solo Avana e trovi sempre la donnina che ti invita a tracannare del putrido alcool.

La regione degli sprechi esaltati dalla stampa nazionale, dove la vita dei suoi abitanti è minata dai record delle devianze e dagli squallidi stili di vita. L’isola felice? Ma quale isola d’Egitto. Eccolo il Molise, la repubblica popolare del Congo dell’Italia, parrebbe che a governare questa regione sia stato “Mobutu” negli ultimi quarant’anni. Ci chiediamo: qualcosa di positivo questa regione la deve pur avere. Certo, abbiamo: l’aria buona, i monti, la natura, il mare, la storia, la cultura, ma interessa solo a pochi creduloni appassionati hobbisti del territorio. Vi è la speranza, che essi comunque possano fare la differenza e sollevarci dal mare magnum di letame che siamo stati così bravi a scaricarci addosso nel corso degli anni.

Un paese feudale, che guarda al medioevo per mentalità e progresso, svenduto alle multinazionali per 30 denari giudaici dalla politica del passato per reggere il potere attraverso il voto. L’impresa industriale decaduta nei 4 speculatori molisani: “Attila del terzo millennio”. Tutti fuggiti con il malloppo, con lo strascico della miseria delle maestranze.
Beati gli ultimi che saranno i primi nel regno celeste.
  Se questa frase è verità effettuale dettata dal Cristo, il popolo celeste sarà popolato quasi esclusivamente dai molisani: questo è certo.

Ed ecco a voi lettori, l’elenco ufficiale che ogni molisano può esibire alle porte di Pietro per entrare in Paradiso.

 I RECORD MOLISANI

1)      La benzina più cara d’Italia, grazie alle accise regionali.

2)    Il più alto tasso di giocatori d’azzardo rispetto agli abitanti: Isernia al primo posto   per il numero di giocatori rispetto a tutta la nazione.

3)      I bambini più obesi d’Italia sondaggio 2013.

4)   La popolazione in percentuale sugli abitanti più obesa della nazione un terzo dei molisani è obeso.

5)      Tra le prime regioni (secondo posto in Italia per le morti bianche sul lavoro) Isernia in pole position (dato calcolato in base al numero di decessi rispetto all’indice degli occupati).

6)      Il più basso tasso di fecondità della nazione.

7)     Il primo posto in Italia per gli omicidi in famiglia e femminicidi: 16 casi registrati nel 2013.

8)  Primo posto per il maggior numero di decessi attribuibili all’abuso di alcool in particolare il primato per il numero di donne stroncate dalla dipendenza.

9)      La regione più corrotta della nazione insieme ad altre 4 regioni confinanti del sud.

10)  All’ultimo posto in Italia per la banda larga, il famoso “digital divide”: internet veloce da noi è una chimera

11)  Al primo posto per la diminuzione del credito alle imprese tra settembre 2012 e settembre 2013, lo stock di prestiti alle imprese è calato del 9,2% su dato nazionale ha colpito in particolare le imprese con meno di 20 addetti

12)  Il debito pubblico più alto sulla sanità, 210 milioni di euro, rispetto al numero di abitanti: secondi solo al Lazio.


1 commento:

Osservatorio Molisano Legalità ha detto...

E che vogliamo di più dalla vita? Un Lucano?