lunedì 6 maggio 2013

E' morto Giulio Andreotti

Il senatore a vita aveva 94 anni ed è morto nella sua abitazione romana. Da tempo era malato. 











Giulio Andreotti (Roma, 14 gennaio 1919 – Roma, 6 maggio 2013) è stato un politico, scrittore e giornalista italiano. È stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana, protagonista della vita politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo. È stato il 16º, 19º e 28º Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.

E' stato senatore a vita, ha ricoperto più volte numerosi incarichi di governo:

- sette volte Presidente del Consiglio (tra cui il governo di "solidarietà nazionale" durante il rapimento di Aldo Moro (1978-1979), con l'astensione del Partito Comunista Italiano, e il governo della "non-sfiducia" (1976-1977), con la prima donna-ministro, Tina Anselmi, al dicastero del Lavoro);

- otto volte ministro della Difesa;
   
- cinque volte ministro degli Esteri;
   
- tre volte ministro delle Partecipazioni Statali;
   
- due volte ministro delle Finanze, ministro del Bilancio e ministro dell'Industria;
   
- una volta ministro del Tesoro, ministro dell'Interno (il più giovane della storia repubblicana, a soli trentaquattro anni), ministro dei beni culturali (ad interim) e ministro delle Politiche Comunitarie.

È sempre stato presente dal 1945 in poi nelle assemblee legislative italiane: dalla Consulta Nazionale all'Assemblea costituente, e poi nel Parlamento italiano dal 1948, come deputato fino al 1991 e successivamente come senatore a vita. È stato Presidente della Casa di Dante in Roma.

Enzo Biagi ha scritto di lui:

"Non credo che nessuno lo abbia mai sentito gridare, né visto in preda all'agitazione. Una cara zia confida mi ha insegnato a guardare alle vicende con un po' di distacco. Legge romanzi gialli, è tifoso della Roma, e si compera l'abbonamento, frequenta le corse dei cavalli, è capace di passare un pomeriggio giocando a carte, e l'attrice che preferiva, in gioventù, era la bionda Carole Lombard, colleziona campanelli e francobolli del 1870. Padre di quattro figli, ha la fortuna che la sua prole tende a non farsi notare. E neppure la signora Livia, la moglie, di cui non si celebrano né gli abiti né le iniziative. Non c'è aneddotica sulla signora Andreotti."

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