venerdì 30 novembre 2012

Collegamento ferroviario Roma - Campobasso. Disservizi del 29.11.2012

Sollecito interventi risolutivi. Il treno Roma – Campobasso partito il 29.11.2012 alle ore 17.08 dal lontanissimo binario 20/bis della Stazione Termini è giunto a Campobasso alle 23.00 con 2 ore di ritardo, si è fermato inspiegabilmente a Venafro per circa un’ora, ripartendo alle 20.20 e poi a Carpinone, dove alcuni passeggeri spazientiti hanno preferito allertare i familiari che li hanno raggiunti con i propri mezzi.




Questo episodio è solo l’ultimo di una lunga lista segnalata più volte dall’Associazione Ecologisti Democratici del Molise, da diversi studenti e viaggiatori, e dal Consigliere Regionale Michele Petraroia, che con interpellanze, esposti, diffide e mozioni, ha sollevato un problema di dignità del territorio e di rispetto per i diritti degli utenti che non possono essere penalizzati solo perché risiedono in una piccola regione.

Com’è possibile che il collegamento tra la capitale ed un capoluogo regionale nel 2012 sia scaduto, degradato e ridotto ai minimi termini, con vettori antiquati, locomotori inadeguati, carrozze poco pulite, servizi non sempre funzionanti, impianti di riscaldamento e/o di condizionamento aria quasi sempre ridotti?

Non è accettabile che nel tratto Roma – Cassino non ci siano posti a sedere per i viaggiatori, quando basterebbe aggiungere una carrozza da fermare a Cassino senza penalizzare l’utenza.

Il silenzio del Ministero dei Trasporti, l’insensibilità dei vertici delle Ferrovie dello Stato e la disattenzione delle istituzioni nazionali ci umilia e indigna, perché è inaccettabile sul piano del rispetto e della considerazione che ci viene negata, da chi al massimo scrive due righe per scaricare la colpa sulla Regione Molise.

Ma se fosse conclamata l’insipienza, l’incapacità e l’inadeguatezza della Giunta Regionale del Molise, per quale ragione lo Stato non interviene in chiave sostitutiva per assicurare ai cittadini il diritto alla mobilità con atti straordinari, eccezionali ed urgenti?

O in verità il punto risiede nelle scelte di FS e del Governo di investire nell’alta velocità su grandi tratte come la Roma – Milano, considerando il resto della rete ferrata marginale, inefficiente, passiva e quindi da tagliare come fosse un ramo secco?

Si abbia il coraggio di dire la verità e se i territori montani, interni e poco abitati si vogliono chiudere, basta dirlo che noi resteremo senza treni ma milioni di persone potrebbero rimanere senza energia o senza acqua corrente, o ci si illude che l’egoismo dei forti deve impedire ai più deboli anche il diritto di reagire?

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