domenica 6 maggio 2012

Pale eoliche, anche la nebbia è meglio

Perché ribadire la nostra lotta per il paesaggio non sembra mai abbastanza visto che strada facendo in tanti lo hanno dimenticato, non solo cittadini, purtroppo anche diverse associazioni.












Anzi, è sempre meglio. Spesso chiamata in causa come argomento funesto e portatore di lutti, dimenticando ancora una volta che è l’uomo al centro delle proprie scelleratezze, la nebbia, velina naturale che avvolge tutto e tutti, oggi, per tutti, anche per quelli che la pensano diversamente, è stata la cosa più bella che potesse capitare a chi come noi, decidendo di protestare ancora una volta contro le mostruose pale eoliche, avevano scelto le incantevoli cime di Frosolone, dove lo scempio non manca, per fare il punto sulla situazione delle cosiddette “fonti alternative”. 

Ebbene, la nebbia ci ha regalato un panorama fantasma, una distesa impercettibile, vette nascoste, prati a vista di piedi, pascoli visibili solo a chi fiutandoli riesce a mangiarli, insomma, tutto avvolto nella nebbia. Tutto, compreso l’odioso eolico! Almeno per una volta abbiamo goduto nell’immaginare di essere sui luoghi di qualche tempo fa quando, in quel paesaggio da inventare se non ce l’hai, in quel paradiso senza ferraglia dove il rumore del vento è quello regalatoci dalla natura e non quello delle pale innaturali. Ma noi eravamo lì anche per dire altro, lo diremo alla prima occasione utile, noi che abbiamo scelto di stare dalla parte del paesaggio, dalla parte della natura, dalla parte della nostra regione con le sue peculiarità. 

Perché ribadire la nostra lotta per il paesaggio non sembra mai abbastanza visto che strada facendo in tanti lo hanno dimenticato, non solo cittadini, purtroppo anche diverse associazioni. Ma tant’e, chi crede non demorde, non cede a posizioni di comodo, non si lascia andare ad un briciolo di visibilità, non scende in piazza solo quando l’argomento fa cassetta, noi ci saremo sempre, il paesaggio è uno solo, non barattabile con niente altro. Ma la cosa peggiore che ci potesse capitare, appena dopo un apparato politico distratto, frettoloso, indifferente, colluso, che con leggi mirate (vedi Berardo) ha creato grandi disastri, dicevamo appena dopo, se non prima, considerato il ruolo preminente di tale organismo sulla tutela era l’apparato dei Beni Culturali,. 

E allora, visto che in precedenti situazioni non si è voluto recepire quanto da questa O.S. e da alcune associazioni messo in evidenza, ricolgo l’occasione per rimarcare alcuni concetti. Visto che da più parti mi si chiede come mai oggi mi scontro con il direttore regionale per i Beni Culturali, Famiglietti, diversamente da quanto fatto al suo arrivo in Molise, rimarco e grassetto concetti già espressi ma riportati solo da alcuni obiettivi organi di informazioni e non da tutti. Non credo che sia da persone mature e oneste mettere in discussione un dirigente prima che questi operi, e personalmente, ritenendomi rompicoglioni ma non disonesto, all’approdo del dirigente, visto il suo approccio sull’eolico, ho avuto occasioni per sottolineare il suo impegno che poi diventerà, pseudo.

Diverso invece sarebbe stato, dopo un periodo di rodaggio dell’importante figura ministeriale, continuare ad appoggiarlo capendone le reali intenzioni. Cosa si è capito in sintesi. Credo che una cosa sia battersi per il paesaggio, altra sia perseguire logiche personali di totale negazione del progresso e della reale necessità di far ricorso alle fonti alternative. Intanto sarà il caso ricordare che un soprintendente (!) ha dato inizio a tutto questo e che solo poco tempo fa abbiamo scoperto che questi si era venduto il territorio stipulando con una delle società dell’eolico un accordo che permetteva alla soprintendenza archeologica di incassare 50 mila euro all’anno per devastare il territorio di fronte ad Altilia. 

Noi lo abbiamo appreso poco tempo fa, Famiglietti dal suo arrivo! Alcuni giornalisti, a seguito di una mia protesta nella quale denunciavo il tradimento della lotta, gli hanno chiesto spiegazioni su tale atteggiamento di protezioni, ricevendone come risposta l’arrogante: “i panni sporchi si lavano in famiglia!” La famiglia richiamata dal direttore, non è la sua, bensì della collettività, la tutela di casa sua sarà pure cosa sua, la tutela dei Beni Culturali è cosa pubblica! Ma capisco che per dirigenti padroni il concetto è duro da mandare giù. Bene, anzi male, se come dicevo la classe dirigente politica, sindaci in testa, hanno grandi responsabilità, i Beni Culturali ne hanno di gravi.

E non solo (!) per l’operato del soprintendente Pagano (quello dell’accordo), bensì per quello meno evidente ma più pregnante di Famiglietti. Cosa fa questo dirigente per far fronte al problema delle nuove richieste di energie alternative? Dice no a prescindere, dimenticando che il suo ruolo, oltre alla tutela (veramente non proprio sua ma della soprintendente fantasma Russo, si) è quello più importante del confronto con gli altri soggetti sul territorio. Comuni, province, regione, università, non hanno mai avuto il piacere di sedersi ad un tavolo con questo brillante avvocato dei Beni culturali, lasciando al caso e all’insensibilità di alcuni soggetti, di interpretare il territorio a proprio interesse. 

La grave colpa di Famiglietti è proprio questa, seduto sull’Aventino, arroccato a difesa del suo credo (?), presuntuosamente portatore dell’unica verità, si è negato a tutti gli altri, determinando di fatto disastri incontrollati e ricorsi giudiziari, quelli si molto a cuore a lui. A riprova di tutto ciò, basterebbe ricordare la proposta che feci qualche tempo fa a titolo di esempio (e che piacque a tutti, imprese, politici, associazioni, funzionari dei Beni Culturali ma non a Famiglietti), di mettere il fotovoltaico sulla copertura del Museo del Paleolitico. Il dirigente non ha mai preso in considerazione tale reale e pulita possibilità ricorrendo al solito motivo imperante: si fa solo quello che il padrone vuole, cioè niente! Ecco come si creano tutti i presupposti per dare ragioni a chi non ne ha, come sindaci insensibili o disonesti e altri soggetti che altro non aspettavano che farsi forti di dinieghi per partito preso.

Ecco, sfido chiunque, Famiglietti in testa, a dimostrarmi il contrario magari in un contraddittorio pubblico. Magari sarà l’occasione giusta per ricordargli che il paesaggio non va difeso solo dall’eolico selvaggio ma anche e spesso soprattutto, dalla cementificazione selvaggia ed imperante di fronte alla quale, Famiglietti non ha mai alzato un solo dito, anzi anche quando qualcuno, senza fare nomi, Emilio Izzo, gli ha fatto notare, ad esempio, lo scempio della chiesetta della Sanità ad Isernia, il Ponte della Zingara a San Vincenzo al Volturno, rispondeva che esisteva un solo problema, l’eolico. Una fissa personale, non una lotta di credo come la nostra. 

Ma l’arrogante dirigente, oltre alla sua carta bollata, che finora non è riuscita a cavare nulla, nonostante le nostre utilizzate lotte, vorrà mai confrontarsi? Anche questo è già abbastanza noto, il direttore preferisce stare nel suo ufficio, comandare a bacchetta i suoi collaboratori, non scendere sul territorio ma soprattutto non confrontarsi con nessuno, a meno che non sia qualche giornalista compiacente, magari della tv pubblica, pronto a raccogliere unicamente la sua versione. Che campione di democrazia e di trasparenza! Ecco come questo dirigente sta tradendo una lotta, sta tradendo un territorio, sta tradendo la tutela, negandosi a tutti, presuntuosamente ha permesso a tutti di fare stragi del Molise.

Lo sviluppo passa per il confronto, il rispetto del territorio vuole tutto, menti illuminate non arroganti dirigenti. A chi vorrà conoscere altri aspetti su queste aberranti situazioni, l’appuntamento sarà ancora da Frosolone fra poco, ricordando che altre situazioni a rischio sono in cantiere come Santa Maria della Strada, San Giuliano di Puglia e tanto altro ancora. Abbiamo chiesto un incontro con il presidente Iorio, aspettiamo fiduciosi. 

Chiederemo un incontro congiunto con il presidente Iorio e con il direttore Famiglietti: chi ci sarà?! Siamo certi che entrambi non vorranno far mancare le rispettive intelligenze! A proposito: l’incontro lo chiederemo su come pensare ad una nuova regione rispettosa del territorio, del progresso sostenibile e dell’occupazione.

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