giovedì 24 maggio 2012

Nessun colpo di mano contro il Cardarelli. Si fermi l'adozione del nuovo Piano Sanitario

Il Consiglio dei Ministri fermi la mano del Commissario ad acta della sanità regionale e blocchi il decreto di adozione del Piano Sanitario 2012-2014 per difetto di legittimazione da parte del Presidente della Giunta dopo che il TAR ha annullato le elezioni. Il Governo proponga un Ufficiale dei Carabinieri alla guida dell'ASREM.









In una fase di incertezza istituzionale il Governo non può consentire ad una persona fisica che ricopre arbitrariamente una responsabilità commissariale grazie al fatto che è Presidente della Regione, di poter decidere monocraticamente le scelte di programmazione sanitaria per il prossimo triennio, vincolando i futuri amministratori e penalizzando le strutture pubbliche, le comunità locali e gli operatori del settore. Stante la Sentenza del TAR viene meno il presupposto politico che indusse il Consiglio dei Ministri a confermare Michele Iorio alla carica di Commissario ad acta con la Delibera del 20 gennaio 2012 e quindi lo stesso non può arrogarsi prerogative discrezionali su un provvedimento che vale 2,1 miliardi di euro nel periodo 2012-2014.

Pur prendendo atto positivamente delle misure avviate dall’ASREM nei confronti dei dipendenti assenteisti e dei dirigenti interni che non hanno controllato alcunché, permane l’esigenza di una soluzione di discontinuità al vertice dell’Azienda Sanitaria Regionale assumendo a riferimento le scelte definite dal Governo e dalla Regione Campania sulle ASL di Napoli e Salerno. In tal caso sono stati chiamati alla direzione delle strutture sanitarie degli Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri che stanno raggiungendo lusinghieri risultati, pur nella complessità di un clima sociale esposto a rischi di ogni genere. In proporzione il debito accumulato nell’ASREM è superiore a quello delle ASL di Napoli e Salerno, e gli intrecci con la sanità privata, il mondo universitario, i fornitori, le imprese esterne, l’affarismo e la brutta politica, non sono molto dissimili tra quelle realtà e la nostra.

L’ipotizzato trasferimento di alcune Unità Operative ( Ostetricia, Neonatologia, Ginecologia, ecc. ) dal Presidio Ospedaliero del Cardarelli ai locali di una Fondazione privata che ad oggi non dispone del titolo di IRCCS o altri equipollenti, già dal prossimo 1 giugno, come anticipano alcuni portali telematici, và assolutamente fermato perché non sussiste alcun motivo logico, alcuna scheda su costi e ricavi, nessuna giustificazione oggettiva e manca la prerogativa istituzionale in capo al Commissario ad acta per autorizzare o avallare lo smantellamento della sanità pubblica in favore di un’azienda privata. Qualora venisse confermata una simile scelta gestionale non possono escludersi mobilitazioni popolari dei 7 mila cittadini esasperati che da mesi si battono in difesa della sanità pubblica e dell’Ospedale Cardarelli di Campobasso.

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